La caratteristica che risulta subito chiara è la differente trasparenza tra i due materiali: il policarbonato compatto è totalmente trasparente e più simile al vetro, mentre il policarbonato alveolare ha una conformazione ad alveolo o a camere d’aria.
La qualità compatta di questa tipologia di materiale rende la sua struttura “piena”, come quella di un foglio, e quindi più pesante rispetto alla varietà alveolare, che si compone di camere d’aria. Il policarbonato compatto ha quindi un prezzo superiore rispetto al policarbonato alveolare, ma anche un effetto estetico più elegante e di maggiore impatto scenico.
Il policarbonato alveolare è utilizzato più spesso in ambito industriale (coperture curve continue, lucernari continui o in falda, con possibilità di apertura, tamponamenti verticali, shed apribili, coperture abbinabili a pannelli coibentati), mentre quello compatto trova applicazione soprattutto nell’ambito del design e delle architetture d’interni (esempio: pensiline, pareti divisorie interne, ecc.). Nulla vieta comunque di utilizzare la tipologia alveolare in ambito civile, per la realizzazione di piccole tettoie, coperture per gazebi, terrazzini, verande, pensiline a sbalzo o piccole coperture per balconi o giardini. È possibile curvare a freddo il materiale aumentando la sua rigidità e rendendolo adatto ad ogni tipo di applicazione.
Nel campo dell’interior design, il policarbonato consente di suddividere gli spazi senza dover effettuare opere di muratura e offrendo la possibilità di colorare e/o decorare le lastre a piacimento.