La Fabbrica del Futuro
Immaginate un mondo in cui le fabbriche non sono più solo luoghi di produzione, ma veri e propri ecosistemi tecnologici in grado di reinventare l’industria stessa. È proprio questo il cuore pulsante della ‘Fabbrica del Futuro’, ubicata al Parco dell’Acqua di Brescia, un’occasione imperdibile per vedere trenta delle migliori pratiche che le aziende bresciane adottano per un modello di fabbrica del futuro.
Un concetto affascinante e rivoluzionario che ha preso forma grazie alle menti creative dello studio ARW Botticini + Facchinelli con sede a Milano e Brescia. In un’intervista esclusiva a Polypiù, scopriremo i dettagli di questo straordinario progetto, commissionato da Confindustria
Intervista agli architetti Camillo Botticini e Matteo Facchinelli
POLYPIU’: quali sono state le principali sfide nell’ideare e progettare un edificio come la fabbrica del futuro?
ARCH. BOTTICINI: La prima sfida è stata l’approccio all’archetipo tradizionale delle fabbriche e ai canoni dell’architettura industriale. Abbiamo preso la decisione audace di sfruttare il policarbonato in maniera innovativa, non solo per le facciate, ma anche per le coperture. Questa scelta, oltre ad essere rivoluzionaria dal punto di vista estetico, rappresenta una sfida tecnica.
Il progetto vuole definire un edificio che sia simultaneamente legato al territorio in cui si colloca, e a una sorta di ideale “fabbrica del futuro”.
Questo processo avviene recuperando la memoria e la forma degli shed, che peraltro sono presenti nella costruzione adiacente ma anche realizzando un’architettura traslucida, quasi immateriale a simboleggiare la produzione contemporanea fatta di beni sempre più leggeri e sostenibili.
Altro elemento centrale è la costruzione realizzata con una struttura in legno “off site” ed in policarbonato riciclato. L’architettura è per questo smontabile e rimontabile.
Aspetto centrale è la luce che di giorno si diffonde omogeneamente all’interno e di notte trasforma il volume in una sorta di lanterna magica.
ARCH. FACCHINELLI: Effettivamente, come ha menzionato il mio collega, la forma dell’ archetipo dell’edificio industriale ha ispirato l’affiancamento di moduli, conferendo un senso di grandezza al padiglione. Tutti questi aspetti sono stati studiati con attenzione, cercando di mantenere un delicato equilibrio tra la familiarità di un’architettura che richiama il passato e la capacità di sorprendere e distinguersi dallo standard contemporaneo.
POLYPIU’: Come avete progettato lo spazio per promuovere la collaborazione e l’innovazione tra le diverse aziende espositrici? C’è stato un legame tra di loro, avete condotto uno studio?
ARCH BOTTICINI: Le aziende avevano già sviluppato il proprio format, guidate da un curatore scientifico dedicato che si è occupato dell’organizzazione dei contenuti. Poiché i progetti delle aziende erano molto diversificati, ciascuna rappresentando la propria area di ricerca specifica, il nostro obiettivo è stato quello di integrarli e metterli in relazione attraverso opportuni elementi espositivi.
L’’uso del policarbonato di colore opale ha reso possibile creare un sistema che potesse collegare i diversi elementi, creando uno spazio neutro.
ARCH. FACCHINELLI: Il policarbonato è un materiale elegante che offre una percezione della luce omogenea in tutto lo spazio, e questo ha rappresentato un valore aggiunto per l’esposizione.
POLYPIU’: Quali sono i principali materiali e tecnologie sostenibili utilizzati nelle costruzioni della fabbrica del futuro?
ARCH. BOTTICINI: L’edificio è interamente costruito con materiali sostenibili. Da un lato, è caratterizzato da una struttura reticolare in legno, che offre vantaggi significativi, come la possibilità di smontare e rimontare i componenti e la completa riciclabilità. Per quanto riguarda il policarbonato, abbiamo effettuato una specifica richiesta a Polypiu per utilizzare un materiale plastico già riciclato e al tempo stesso facilmente riciclabile. Quindi, in termini materiali, ci siamo concentrati principalmente su due elementi: il legno e il policarbonato, entrambi intrinsecamente sostenibili. Questa scelta promuove l’idea di un’economia circolare, che costituisce uno dei pilastri fondamentali della fabbrica del futuro.
POLYPIU’: La prossima domanda è un chiarimento sulla vostra scelta di utilizzare il policarbonato. Quali motivazioni vi hanno spinto a optare per questo materiale? E inoltre, potreste condividere la vostra esperienza con Polypiù?
ARCH. FACCHINELLI: La nostra esperienza con Polypiù è stata davvero eccezionale, soprattutto considerando i tempi di consegna molto stretti. La decisione di utilizzare una struttura a secco in legno è stata una risposta chiave alle nostre esigenze in termini di sostenibilità.
Per quanto riguarda il policarbonato, è un materiale che già conoscevamo, dato che avevamo precedentemente lavorato con esso. Ci è sembrato la scelta più performante per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda la velocità di montaggio. Inoltre, il policarbonato si è dimostrato altamente sostenibile.
Alla fine, la scelta del policarbonato ha conferito alla struttura un aspetto raffinato grazie alla sua leggerezza e versatilità.